CCNL Enel: riunito l’attivo unitario sulla vertenza in e-distribuzione

Prosegue la trattativa ma resta lo stato di agitazione, prossimo incontro il 21 ottobre 2025

Il 29 settembre 2025 si è riunito l’attivo unitario delle Organizzazioni sindacali Filctem, Flaei e Uiltec e Enel Spa, per discutere l’evoluzione della vertenza in e-distribuzione a seguito dell’incontro tra le Parti dell’11 settembre 2025 e del tentativo di conciliazione instaurato presso il Ministero del Lavoro del 23 settembre 2025.

L’attivo unitario ha espresso il rifiuto delle proposte presentate da Enel in occasione dell’incontro dell’11 settembre scorso, in quanto ritenute inaccettabili a causa delle persistenti criticità del modello organizzativo e-distribuzione, in particolare sul suo dimensionamento e sulla conquista di un orario di lavoro compatibile con la qualità di vita dei dipendenti.

Viene confermata, dunque, la vertenza e si mantengono ferme le motivazioni che hanno portato all’apertura della procedura di conciliazione presso il Ministero del Lavoro.

L’attivo unitario, nonostante quanto suddetto, valuta positivamente l’incontro al Ministero del Lavoro del 23 settembre 2025 poichè ha permesso l’apertura di una fase di confronto con l’azienda.

Inoltre, è stato ribadito il mantenimento dello stato di agitazione del personale con sospensione delle azioni di sciopero fino alla definizione della procedura di raffreddamento. A tal proposito, il prossimo incontro viene fissato per il 21 ottobre 2025.

Le Sigle sindacali sono incaricate di condurre la trattativa ribadendo che le soluzioni negoziate dovranno superare il modello imposto da Enel con il nuovo orario per il Blue Team. Si chiede, inoltre, un forte coordinamento unitario e l’avvio di un nuovo ciclo di assemblee per coinvolgere i lavoratori non appena ci saranno sviluppi nel procedimento di mediazione ministeriale.

Infine, l’attivo unitario riafferma la necessità di ripristinare relazioni sindacali partecipate e condivise ribadendo che non saranno accettate soluzioni imposte unilateralmente dall’azienda come avvenuto per lo smart working o altri temi.

Brevetti+, Disegni+ e Marchi+ 2025: apertura sportelli

Brevetti+, Disegni+ e Marchi+ 2025, fissate le date di presentazione delle domande per l’accesso agli incentivi (Ministero delle imprese e del made in italy – Comunicato 30 settembre 2025).

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con la pubblicazione dei bandi, rende operative, per l’annualità 2025, le misure Brevetti+, Disegni+ e Marchi+ finalizzate alla concessione delle agevolazioni per la valorizzazione dei titoli di proprietà industriale delle micro, piccole e medie imprese.

Nel dettaglio, la misura Brevetti+ mira a favorire lo sviluppo di una strategia brevettuale e l’accrescimento della competitività, attraverso la concessione di incentivi per l’acquisto di servizi specialistici connessi alla valorizzazione economica dei brevetti in termini di redditività, produttività e sviluppo di mercato. Per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy la misura sarà gestita da Invitalia che svolgerà l’istruttoria per l’ammissione alle agevolazioni.

La misura Disegni+ ha, invece, come obiettivo la valorizzazione dei disegni e dei modelli delle PMI attraverso la concessione di agevolazioni nella forma di contributo in conto capitale. La misura, in questo caso, sarà gestita da Unioncamere per conto del Ministero.

La misura Marchi+, infine, supporta le imprese di micro, piccola e media dimensione nella tutela dei marchi all’estero mediante agevolazioni concesse nella forma di contributo in conto capitale, con le seguenti misure agevolative: Misura A – Agevolazioni per favorire la registrazione di marchi dell’Unione europea presso EUIPO (Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà Intellettuale) attraverso l’acquisto di servizi specialistici esterni; Misura B – Agevolazioni per favorire la registrazione di marchi internazionali presso OMPI (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale) attraverso l’acquisto di servizi specialistici esterni. Anche questa misura sarà gestita da Unioncamere per conto del Ministero.

In particolare, di complessivi 32 milioni di euro, sono messi a disposizione 20 milioni per Brevetti+, 10 milioni per Disegni+ e 2 milioni per Marchi+.

Le domande di contributo potranno essere presentate a partire dal:

20 novembre 2025 per Brevetti+

4 dicembre 2025 per Marchi+

18 dicembre 2025 per Disegni+

Sicurezza: i percorsi formativi per i docenti

Quesito dell’Università di Udine sulla possibilità per il personale docente non esposto a rischio medio o alto di effettuare corsi di formazione per rischio basso (Ministero del lavoro e delle politiche sociali, interpello 18 settembre 2025, n. 1).

L’Università degli studi di Udine ha avanzato un’istanza di interpello in merito alla possibilità di far effettuare al personale docente di ogni ordine e grado e universitario, che svolge mansioni che non lo espongano a un rischio medio o alto, corsi individuati per il rischio basso, fatto salvo che comunque i contenuti e la durata della formazione sono subordinati all’esito della valutazione dei rischi effettuata dal datore di lavoro.

In particolare, l’ateneo che ha indirizzato il suo quesito alla Commissione per gli interpelli in materia di salute e sicurezza sul lavoro, si è riferito ai percorsi formativi in materia di salute e sicurezza sul lavoro, rivolti al personale docente delle scuole di ogni ordine e grado e al personale docente delle università, fissati dall’articolo 37, comma 2 del D.Lgs. 81/2008 e dagli accordi Stato-Regioni in vigore (Accordi Stato-Regioni del 21 dicembre 2011 e del 7 luglio 2016).

A tal riguardo, la Commissione ritiene che, in considerazione dei riferimenti citati nella risposta (articolo 37, comma 1, lettera b) del D.Lgs. n. 81/2008;  tabella codici ATECO 2007; accordo Stato-Regioni – Rep. atti n. 59/CSR del 17 aprile 2025; allegato A dell’accordo 25 luglio 2012 – Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano; interpello n. 11/2013 ) il personale docente che, sulla base della valutazione dei rischi aziendali effettuata dal datore di lavoro, svolga attività lavorativa che non comporti, anche saltuariamente, un rischio medio o alto, può partecipare a corsi di formazione specifica in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro progettati per la categoria di rischio basso.

CCNL Istituzioni Socio Assistenziali Anfass: nuovo incontro tra sindacati e Anfass

Riconoscimento degli adeguamenti tariffari, sottoscrizione del protocollo d’intesa e code contrattuali

Lo scorso 25 settembre si sono riuniti Anfass e Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl per discutere sulle seguenti tematiche relative al CCNL Anffas 2023/2025.

Riconoscimento degli adeguamenti tariffari
E’ stata confermata la necessità dell’aggiornamento delle tariffe e delle condizioni di accreditamento, in virtù dei nuovi parametri retributivi e contributi definiti dal CCNL.

Protocollo d’intesa con Anci
Approvata la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con Anci al fine di rafforzare le strategie comuni volte a garantire il riconoscimento economico dei nuovi costi contrattuali.

Code contrattuali

Le Parti hanno stabilito la necessità di una revisione della classificazione del personale con particolare riferimento alla a figura dell’educatore.

Premi, forfetario e IRAP: l’Agenzia delle entrate fa chiarezza per i lavoratori sportivi

Sono pervenuti quesiti all’Agenzia delle entrate sull’applicazione di alcune disposizioni del D.Lgs. n. 36/2021 recante riordino e riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo (Agenzia delle entrate, risposta 30 settembre 2025, n. 14).

In particolare, l’ente pubblico istante ha posto quesiti sui seguenti argomenti:

  • ritenuta sui compensi da lavoro autonomo, chiedendo se, per i compensi corrisposti a un lavoratore sportivo dell’area del dilettantismo con contratto di lavoro autonomo, la ritenuta di cui all’articolo 25 del D.P.R. n. 600/1973 debba essere applicata solo agli importi che eccedono la somma di 15.000 euro;
  • soglia di non imponibilità e regime forfetario, chiedendo come si applica la soglia di non imponibilità di 15.000 euro per i lavoratori sportivi che conseguono redditi di lavoro autonomo abituale e occasionale, e per coloro che accedono al cosiddetto regime forfetario;
  • accesso al regime forfetario per il 2024, chiedendo come debbano essere valutate le cause ostative di accesso al regime forfetario per un lavoratore sportivo autonomo che intende applicare tale regime a partire dal periodo d’imposta 2024;
  • disciplina dei premi, chiedendo chiarimenti su quattro punti specifici:
        ◦ se i “premi di risultato” previsti nei contratti di lavoro sportivo debbano essere assoggettati a ritenuta a titolo d’imposta;
        ◦ qual è la rilevanza reddituale dei premi corrisposti direttamente alla “società sportiva” di appartenenza del lavoratore;
        ◦ qual è il regime di tassazione dei premi erogati dalle Federazioni sportive ai lavoratori sportivi dell’area del professionismo quando vengono convocati nelle rappresentative nazionali;
        ◦ Se le ritenute operate sui premi debbano essere certificate dall’ente erogatore (con la Certificazione Unica) o se debbano essere esclusivamente riportate nel modello 770;
  • disciplina ai fini IRAP, riguardo alla non rilevanza ai fini IRAP dei singoli compensi per collaboratori coordinati e continuativi nell’area del dilettantismo, se inferiori all’importo annuo di 85.000 euro.

In risposta, l’Agenzia delle entrate fornisce una dettagliata analisi del quadro normativo introdotto dal D.Lgs. n. 36/2021, entrato in vigore il 1° luglio 2023.
Viene stabilita una definizione precisa di lavoratore sportivo, identificandolo come l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il direttore tecnico e altre figure tesserate che esercitano un’attività sportiva a fronte di un corrispettivo. La norma sottolinea che questa qualifica si applica indipendentemente dal settore in cui opera, sia esso professionistico o dilettantistico. Vengono però escluse da questa categoria le mansioni di carattere puramente amministrativo-gestionale e le prestazioni fornite da professionisti iscritti ad albi esterni all’ordinamento sportivo, come medici o avvocati.
Una volta definito l’ambito soggettivo, la riforma chiarisce che l’attività di lavoro sportivo può costituire l’oggetto di diverse tipologie di rapporto contrattuale. A seconda dei presupposti, può infatti configurarsi come un rapporto di lavoro subordinato, un rapporto di lavoro autonomo, oppure una collaborazione coordinata e continuativa.
Nei settori professionistici, la legge presume che il lavoro prestato da un atleta come attività principale e continuativa sia oggetto di un contratto di lavoro subordinato. Nell’area del dilettantismo, invece, si presume che il rapporto sia una collaborazione coordinata e continuativa a due condizioni: che la durata delle prestazioni non superi le 24 ore settimanali (escluso il tempo per le manifestazioni) e che le prestazioni siano coordinate tecnicamente secondo i regolamenti delle federazioni o degli enti di promozione sportiva.
Questo nuovo inquadramento contrattuale ha un impatto diretto sulla qualificazione fiscale dei redditi. La modifica più significativa è l’abrogazione della norma che inquadrava i compensi sportivi dilettantistici tra i “redditi diversi”. Di conseguenza, i redditi derivanti dal lavoro sportivo vengono ora tassati secondo la categoria corrispondente al rapporto di lavoro specifico: redditi di lavoro dipendente, redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, o redditi di lavoro autonomo.
Inoltre viene chiarito che, anche per il periodo d’imposta 2023, i redditi da lavoro autonomo sportivo sono da considerarsi a tutti gli effetti redditi professionali, il cui imponibile va determinato secondo le regole ordinarie previste dall’articolo 54 del TUIR.

 

Risposte ai singoli quesiti
Risposta al quesito 1: la ritenuta d’acconto del 20% (art. 25, D.P.R. n. 600/1973) si applica solo sulla parte dei compensi che eccede la soglia di 15.000 euro annui. Per beneficiare di questa esenzione, il lavoratore sportivo deve rilasciare al committente, all’atto di ogni pagamento, un’autocertificazione che attesti l’ammontare totale dei compensi percepiti nell’anno solare per prestazioni sportive dilettantistiche. Il sostituto d’imposta (es. l’ASD) applicherà la ritenuta solo se, sulla base dell’autocertificazione, il nuovo compenso comporta il superamento della soglia complessiva di 15.000 euro.
Risposta a quesito 2: per i lavoratori sportivi autonomi nell’area del dilettantismo, la base imponibile è costituita solo dai compensi che eccedono i 15.000 euro. Per coloro che applicano il regime forfetario il coefficiente di redditività si applica solo sull’importo dei compensi che eccede i 15.000 euro. Tuttavia, ai fini della verifica del limite massimo di ricavi/compensi per l’accesso e la permanenza nel regime (attualmente 85.000 euro), si deve considerare l’intero ammontare dei compensi percepiti, inclusa la quota esente di 15.000 euro.
Risposta a quesito 3: ai fini della verifica delle cause ostative per l’accesso al regime forfetario nel 2024, rilevano unicamente i rapporti di lavoro sportivo, come definiti dal d.lgs. n. 36/2021, attivati nel 2023. Non sono rilevanti, invece, i compensi percepiti prima del 1° luglio 2023, che erano qualificati come “redditi diversi”, anche se erogati dallo stesso soggetto con cui si instaura un nuovo rapporto nel 2024.
Risposta a quesito 4: le somme qualificate come “premi di risultato” nei contratti di lavoro sportivo non rientrano nella disciplina dell’art. 36, comma 6-quater. Essi costituiscono una parte variabile della retribuzione e sono tassati secondo le regole ordinarie della categoria reddituale di appartenenza (lavoro dipendente o autonomo).
I premi corrisposti direttamente all’ente sportivo di appartenenza, e non al singolo atleta o tecnico, sono esclusi dall’ambito di applicazione della norma.
La disciplina dei premi con ritenuta a titolo d’imposta del 20% si applica anche alle somme corrisposte dalle Federazioni ad atleti e tecnici che operano nel professionismo quando vengono convocati per le squadre nazionali. Questo perché l’attività svolta in tale contesto è considerata rientrante nell’area del dilettantismo.
Le somme soggette a ritenuta a titolo d’imposta non sono soggette all’obbligo di Certificazione Unica (CU). Devono però essere indicate nel modello dichiarativo 770 del sostituto d’imposta.
Risposta a quesito 5: l’articolo 36, comma 6, del D.Lgs. n. 36/2021 prevede che i singoli compensi per co.co.co. nell’area del dilettantismo inferiori all’importo annuo di 85.000 euro non concorrono alla base imponibile IRAP. Non si tratta di una franchigia, pertanto: se un singolo compenso è inferiore a 85.000 euro, è totalmente escluso dalla base imponibile IRAP dell’ente erogante; se un singolo compenso è pari o superiore a 85.000 euro, esso concorre per intero alla determinazione della base imponibile IRAP.